FOLKLORE
erra
assai religiosa e patria di cardinali e papi, il Piemonte conserva
numerose feste tradizionali, che mostrano i diversi sviluppi e
influssi storico-culturali. Molto vive sono le manifestazioni
carnevalesche, tra le quali si ricorda la più nota, ovvero il
Carnevale di Ivrea, vera e propria rievocazione storico-leggendaria,
che si conclude il martedì grasso con la spettacolare battaglia
delle arance. Di particolare interesse anche la Baìo
di
Sampeyre, carnevale che si svolge ogni cinque anni, nel corso del
quale vari personaggi (come il sapeur
e i tamburini) sfilano, ricordando la rivolta popolare contro gli
invasori saraceni. Si tratta di una festa nata dalla sovrapposizione
di diverse influenze tradizionali, tra cui spicca la cultura
occitana. Un discorso particolare meritano le sacre rappresentazioni,
tra le quali si citano, oltre al Gelindo,il
Mistero
di Salbertrand,
storia di San Giovanni Battista più volte rappresentata tra i sec.
XVI e XVIII; il Mortorio,
recita in versi della Passione, che si tiene a Garessio la notte del
Venerdì Santo in sostituzione di una sacra rappresentazione; la
processione delle “macchine”, che si svolge, sempre il Venerdì
Santo, a Vercelli, dove le “macchine” sono cassoni sui quali
vengono trasportate in processione statue pregevoli raffiguranti
scene della Passione; il corteo del Venerdì Santo a Romagnano Sesia;
e, infine, la Passione rappresentata a Sordevolo (originariamente
ogni cinque-dieci anni, anche se questo calendario non viene più
rispettato), dove personaggi, masse e cori sono interpretati dagli
abitanti del paese e, per antica tradizione, ogni personaggio è
scelto sempre nell'ambito della stessa famiglia. È questo uno dei
casi in cui, nonostante il sovrapporsi all'originario spirito mistico
di elementi estranei, quale il richiamo turistico esercitato dalla
fama e dalla grandiosità della rappresentazione, rimane immutato lo
spirito di partecipazione sincera ed entusiasta di tutta la
popolazione. Carattere militaresco hanno alcune rievocazioni storiche
in costume, come La Milizia di Bannio Anzino o l'Assedio di Canelli,
e numerose sono anche le varie danze delle spade (Bal
do Sabre),
fra le quali si ricordano quelle di Bagnasco, Castelletto Stura,
Fenestrelle e San Giorgio di Susa, per finire con il Ballo degli
Spadonari di Giaglione. In via di riscoperta e valorizzazione sono i
lasciti della cultura franco-provenzale, nelle valli alpine del
Cuneese, e di quella walser: dagli antichi dialetti ancora in uso,
alle processioni religiose (nelle quali è possibile ammirare gli
antichi costumi), passando per l'architettura tradizionale, che
nell'alta Valsesia, attorno ad Alagna, è documentata dalle
caratteristiche abitazioni (che comprendono anche la stalla e il
fienile), formate da un basamento di pietra, sul quale si eleva la
struttura di legno. Anche se il Piemonte è stata una regione in cui
lo sviluppo industriale si è manifestato più precocemente che
altrove, interessando pure comunità isolate dai grandi centri di
produzione, tuttavia vi persistono e fioriscono varie attività
artigianali. Si va dalla lavorazione dei metalli (artigianato del
peltro in Valstrona; del ferro battuto, soprattutto nel Cuneese; dei
vernantin,
tipici coltelli a serramanico, a Vernante) a quella del legno
(oggetti decorativi e mobili rustici intagliati, in Valsesia, nella
valle Varaita e nel Pinerolese; pregiati mobili in stile antico, a
Saluzzo, ispirati alla tradizione degli ebanisti piemontesi dei sec.
XVII e XVIII); dalla manifattura artistica della pietra (nella
provincia del Verbano-Cusio-Ossola) alla ceramica (tipiche le
pignatte e le stufe in ceramica smaltata di Castellamonte e le
stoviglie e gli oggetti ornamentali del Canavese e del Cuneese).
Famosa è l'arte dell'oreficeria, che ha il suo polo principale a
Valenza. In molti centri piemontesi vengono realizzati
artigianalmente strumenti musicali: in provincia di Alessandria, si
possono trovare alcune botteghe di liutai, a Centallo si producono
organi e a Quarna Sotto strumenti a fiato, mentre Piasco è famosa a
livello mondiale per la fabbricazione delle arpe. L'arte del ricamo e
dei merletti a tombolo si tramanda ancora oggi grazie all'aiuto e
all'intervento di scuole e associazioni che hanno contribuito a
superare la fase più critica, quella determinata dal definitivo
abbandono dei costumi tradizionali, ai quali era destinata una parte
non secondaria delle produzioni familiari. Una menzione merita l'arte
del puncetto,
praticata ancora in provincia di Vercelli, pregiato pizzo,
generalmente in cotone, lavorato ad ago, che dà origine a eleganti
motivi geometrici. Al fine di rivalorizzare e tramandare quest'antica
tecnica (che secondo alcune testimonianze avrebbe un'origine
saracena) sono sorte scuole specializzate e in diversi centri si
possono ammirare alcuni esemplari utilizzati per arricchire i costumi
femminili tradizionali della Valsesia.
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